Sunday, August 20, 2006

A cavallo sulle montagne rocciose canadesi IV parte

IV PARTE



PRESENZE

Greg ci avvisa che oggi pomeriggio ci aspetta un cammino lungo, almeno 5 ore, per arrivare al campo. Oltre quel passo lassù, in fondo alla valle. La valle è occupata da un bosco vecchio, in parte carbonizzato, in parte folto di barbe, rami secchi e pieno di tronchi caduti, come al solito.
In un’ora arriviamo al passo, non molto alto, e ci troviamo in una specie di corridoio. E un paesaggio strano, diverso. Già non so più che giorno è, la sensazione è di irrealtà. Limpido, colorato, nitido. Un susseguirsi di boschi, radure e prati, di alberi antichi eppure vitali. Colori vivaci, il verde scuro delle foglie piccole e folte, che non nascondono mai il cielo cobalto, contrasta col rosso marrone brillante dei tronchi rugosi e dei rami stranamente contorti come sculture. Qua e là qualche tronco morto affianca quelli vivi, completamente bianco per il tempo, come fantasmi. Può essere lì da decenni o forse secoli. L’erba corta, folta, verde scuro è piena di fiori, e qua e là spuntano numerose grandi corna di cervo, candide come i tronchi. Non so come spiegarlo, ma dà una netta sensazione di pulito, un bosco ordinato, e pure spolverato. Niente grovigli di rami secchi, o di licheni cascanti e barbosi, né mucchi si rami o foglie, o zone secche. Come camminare in un enorme palazzo passando da una stanza all’altra. È come passare da osservatori in una zona sospesa tra due dimensioni. Presente “Le nebbie di Avalon”? Circa così, una specie di luogo sacro e mistico. Se esistono spiriti dei boschi, devono stare qua.
Rocce rosse e grigie affiancano a destra e a sinistra il largo corridoio che percorriamo; a un tratto noto delle caverne, vicine, con l’apertura rotonda e buia, proprio come nelle storie di draghi. E silenzio, un’inaspettata assenza di suoni; niente torrente quassù, gli zoccoli ferrati dei cavalli calpestano silenziosi il folto tappeto di erba e muschio. Difficile pensare di parlare e spezzare questo silenzio.
È costante la sensazione di essere osservati da qualcosa, nascosto tra gli alberi, offeso dalla nostra presenza e celato in attesa che togliamo il disturbo. La presenza ai bordi delle macchie di candide ossa e parti di scheletro di grandi animali, contrasta e arricchisce l’atmosfera del luogo. Ovviamente penso a orsi e lupi, chi altro può esserci quassù. Noto che Greg guarda continuamente a sinistra e a destra, a volte indietro, cercando o aspettandosi qualcosa. Noi pure. Ma i cavalli sono tranquilli, se non percepiscono pericoli loro, va tutto bene. Magari sanno benissimo chi o cosa c’è qua, e dove. Ma se non è roba pericolosa non dicono niente, i cavalli son fatti così.
Arriviamo in fondo, una specie di grande piazzale fiorito affacciato sull’altra valle in basso. Poi la discesa, un sentiero ripido giù per il bosco fitto, disseminato di rocce e grandi radici, che Fuzzy scavalca senza problemi infilandosi a forza tra tronchi e rami rividi e spinosi con passo regolare e sicuro. Io lo seguo, riparandomi ogni tanto la faccia con la tesa del cappello e spingendo con la mano su rami e tronchi troppo vicini.

RITORNO AL PRESENTE

Nuvole sparite, sole. Ultimo giorno, ma non lo sento tale, è solo un altro giorno di cammino verso non so dove. Facciamo le cose come sempre, smontiamo le tende, colazione, carichiamo gli animali e partiamo. Prima le due file di animali di Cindy e di Ray, poi noialtri sette, tre umani, tre cavalli e il mulo nero. Come sempre lasciamo il campo pulito e intatto come l'abbiamo trovato. Traversiamo il torrente limpido e freddo, il più grande e profondo incontrato finora nel nostro viaggio, il sole brilla sulle onde veloci della corrente. La vegetazione è molto fitta, non è immediato risalire sulle sponde, bisogna infilarsi con forza dentro i cespugli che graffiano le gambe di tutti.
Man mano che scendiamo lungo la valle la vegetazione si fa sempre più fitta e umida, vedo anche alcuni funghi spuntare dal folto muschio che cresce sotto gli abeti, coperti di licheni. La pista - che al solito solo Greg vede - attraversa molte volte il torrente, che si fa sempre più largo e profondo. Nei guadi il livello dell'acqua non raggiunge mai la pancia dei cavalli, ma un paio di volte arriva alle staffe. Ed è sempre cristallina; Fuzzy guarda con attenzione dove posare gli zoccoli e traversa senza problemi. Mi sa che hanno contribuito anche le piogge di ieri. E penso che dipende anche dal tempo il poter traversare un torrente e potere percorrere una strada anziché un'altra. Bè, anche dove abito io capita, giusto quando i fiumi tracimano o la neve è troppa, ma è cosa molto rara e non ci si pensa mai.


Ci sono anche tante cascate, oltre ai tanti torrenti sempre più ricchi di acqua e veloci che andiamo incontrando. L'acqua ci sbarra continuamente la strada, tronchi e rami ci ostacolano, bisogna infilarsi nel folto del bosco e dei cespugli, chinarsi e strusciare contro tronchi antichi per riuscire a passare e sbucare alla fine in un qualche prato o radura. È come se qualcosa non ci volessero lasciare passare, e dovessimo varcare infiniti portali e barriere per uscire da questa terra, attraverso un percorso tortuoso e difficile da trovare.
Magari lavoro troppo di fantasia, ma come si fa quando si sa di tornare ad una realtà di casino, traffico, catene e inquinamento totale come è il posto dove abito? Fa bene sapere che non è l'unica realtà, e che sul pianeta ci sono ancora posti sani. Ben più sacri e antichi di una cattedrale, dove si può ancora sentire il respiro di Gaia.

Dopo ore Greg interrompe il silenzio: "Questo era l'ultimo torrente da attraversare, non ce ne sono più" e riprende ad avanzare col suo passo tranquillo. Oltre gli ultimi alberi ci troviamo improvvisamente sul bordo di una strada asfaltata, deserta. E per la prima volta Fuzzy si arresta, rifiutandosi di proseguire. Dopo avere traversato senza problemi torrenti gelati e rombanti, foreste oscure, discese su ghiaioni, corso su sentierini quasi inesistenti sull'orlo di precipizi, scavalcato tronchi e buche e pozze di fango, per la prima volta rigido, con le orecchie diritte e lo sguardo fisso, mostra timore di qualcosa. Seguo il suo sguardo: un segnale stradale.


Percorriamo il sentiero sul bordo che costeggia la strada e il fiume, dove passa anche qualche camion di servizio della forestale, fino ad un largo piazzale dove ci aspettano gli altri. Gli animali sono già la strada alla solita corda presso un camion per il trasporto degli animali, e c'è pure un pulmino con un collega della Warner's che sta caricando i nostri bagagli. La nostra avventura finisce qui.

Ma non del tutto. Salutati e ringraziati i ragazzi e i cavalli, senza più sapere bene che giorno sia e dove siamo finiti, saliamo sul pulmino e partiamo. La strada è lunga, ci vorrà un paio di ore per ritornare a Banff, passando per Canmore dalla parte di Calgary. Chissà quanta strada abbiamo fatto in questi giorni, e dove. Chissà quanti giorni di cavallo ci volevano per andare da Bologna a Roma, con lo stesso cavallo? Racconta Giulio Cesare di essere andato, una volta, da Roma in Gallia in due giorni per prendere il comando dell'esercito che lo aspettava. Ma cambiando continuamente cavallo però. E chissà come stava la sua schiena?
Ci fermiamo a comperare qualcosa da mangiare in una stazione di servizio, ancora dentro la foresta. Fuori solo mezzi della forestale, dentro alcune persone in abito da lavoro, direi taglialegna, ma è difficile distinguerli dal barista. Sugli scaffali del mercatino sono esposti stivali, attrezzi impolverati, caschi da lavoro, guanti, e impermeabili. Sui muri mappe della zona. Le cose indispensabili in un posto come questo.



Il temporale ci ha finalmente raggiunti, e pure la grandine. Cindy e Ray viaggiano con noi, avranno due giorni liberi prima della prossima spedizione. E così fino a ottobre. Greg invece è rimasto solo con i cavalli; lo raggiungeranno con altri tre cavalli, gli ospiti sono cinque la prossima settimana.
Man mano che ci avviciniamo a Banff il traffico aumenta, e pure il caldo. Mi rendo conto che stiamo viaggiando seduti su un sedile imbottito e con un tetto sopra, cosa che non faccio da una settimana.

In città entriamo nel negozio dal retro; restituisco gli oggetti noleggiati, saluto tutti ed esco sulla strada principale con bagagli e valigie e mi incammino verso l'hotel. Noto che qualche passante mi osserva, e mi rendo conto all'improvviso di essere in mezzo alla folla dell'elegante passeggio pomeridiano di Banff, vestito ancora come nella foresta, col cappello dietro le spalle, impolverato e con camicia, wrangler sporchi e stivali peggio, abbronzato e con la barba da sistemare. I miei vestiti emanano anche un notevole odore equino. I passanti, invece, per lo più son qui a Banff proprio per sfoggiare la propria presenza sulla lussuosa Main Street, l'equivalente di viale Ceccarini o di Via del Corso. Quindi solo per un attimo mi sento fuori posto, poi penso che forse lo sono loro.
Mentre cammino in zona boutique, tra i folti gruppi di giapponesi, tedeschi e statunitensi, sento parlare alcuni italiani, i primi da quando sto qua; giro alla larga, ma tanto non mi riconoscono di sicuro così conciato.
Mi affretto verso l'hotel, a cambiarmi e lavarmi. E intanto penso che 'sto Canada è proprio bello; bisognerebbe vederne di più.

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UN PO' DI DATI

L'azienda che ha organizzato questo tipo di viaggio è la

Warner Guiding & Outfit
, Box 2280 Banff, AB T1L 1C1
Phone: 403-762-4551 Fax: 403-762-8130, Toll Free: 1-800-661-8352
E-mail: warner@horseback.com

Trovate il catalogo delle loro proposte, estive e invernali, in http://www.horseback.com/,. Ci sono pure spedizioni speciali naturalistiche, nel territorio dei lupi o in quello degli orsi, di costo molto conveniente. È possibile visitare a cavallo splendidi posti nel parco, ma meno lontani dei nostri, partendo quotidianamente da bungalow o da un campo fisso. Costi da 1194.00$c a 1356.00$c (840€-950€), veramente poco.E per ogni tipo di attività ci sono soluzioni da tre, quattro, cinque o sei giorni.

Il tipo di viaggio che ho scelto io è il più "avventuroso" e costoso: $1770.00 canadesi, pari a $1609.00 americani, ovvero 1,241 euro. Vanno aggiunti i costi del materiale a noleggio (sacco pelo, borse e indumenti vari), circa altri 100 $ canadesi, e la mancia per ciascuna delle guide, che per una settimana va dai 30 ai 100 dollari canadesi. (1$can = 0.7€).

Per l'albergo, o B&B o altro, a Banff si trova facilmente, ma costa parecchio perchè sta dentro il parco. Consiglio di cercare a Calgary o Canmore, più economici. Il taxi o il bus per Banff si trova sia all'aeroporto di Calgary, dove stanno gli uffici - ben segnalati -, che tramite l'albergo. Per entrare nel parco c'è un pedaggio di circa 40 dollari.

Per il materiale da portare, è tutto descritto nel loro sito.

La Warner's non è la sola azienda che offre questi viaggi, in Canada ce ne sono tante altre, vedi ad esempio:
http://www.canadawilderness.com/el_adventure_w_horse.htm
http://www.hiddentrails.com/usa/cd/index.htm

Inoltre ci sono ottimi ranch, in Canada, come negli Stati Uniti, ma costano meno, e non gli manca nulla, vista la forte tradizione western che sopravvive in Canada.

Se vi serve qualche informazione, sono a disposizione: draco9@tiscali.it


2 comments:

Anonymous said...

Ciao Draco,ho completato la lettura e confermo: affascinante!Alla prossima avvventura. Gabri

hotel said...

davvero affascinante!